Quando nel 1983 il cantiere di Monfalcone stava per essere chiuso

Agli inizi degli anni Ottanta, i cantieri di Monfalcone attraversarono uno dei momenti più difficili della sua storia tanto da prefigurarne la chiusura, in un contesto di crisi industriale che vedeva anche la messa in  liquidazione della Simo e delle Acciaierie Alto Adriatico e la crisi della Detroit e dell’Adriaplast.

Il contesto di allora è ben rappresentato da un dato i lavoratori del cantiere che nel 1981 erano oltre 4 mila nel 1988 si erano ridotti a 2.950, probabilmente il punto più basso dopo i primi anni della fondazione, a causa delle carenza di lavoro nel mercantile dirottatosi verso le realtà asiatiche più competitive. Nell’approvare il Piano Sette, dal nome del presidente che precedette Romano Prodi all’Iri, il Governo prevedeva all’inizio degli anni Ottanta la dismissione di uno dei tre centri cantieristici fra Monfalcone, Genova e Castellamare.Era un periodo duro per l’economia cittadina. Nel 1981 erano state messe in liquidazione le Acciaierie Alto Adriatico, i cui grandi capannoni deserti fanno bella mostra ancora al Lisert, così come la Simo, mentre si contavano le difficoltà della Detroit, dell’Adriaplast e dell’Ansaldo.

Fu un periodo di grandi lotte operaie e di mobilitazione di tutta la città. Fra le iniziative di quegli anni, anche quella di chiedere la solidarietà ad artisti e personalità della cultura. Molte furono le adesioni. Fra i primi, Giorgio Albertazzi, Biagio Marin, Luigi Nono, Giulio Montener. Ben 54 furono, invece, gli artisti che realizzarono una loro opera, fra i più importanti della regione e molti di caratura nazionale. Ben 54 furono, invece, gli artisti che realizzarono una loro opera, fra i più importanti della regione e molti di caratura nazionale. Ne risultò una mostra nel 1983  denominata Arte all’Italcantieri, di cui è rimasto un patrimonio di quadri, il Fondo Stabile, dal nome della proprietaria della libreria che ospitò l’evento e che comprende lavori di Altan, Vedova, Guidi, Treccani, De Gironcoli, Dugo, Marangoni, Spacal, Altieri, Parovel, Valvassori, Santomaso, Comisso Mocchiutti, Cillia, Pino Furlan, Depetris e tanti altri ancora.

Sono passati 34 anni e quella rassegna è stata  riproposta alla Galleria Antiche Mura di via Rosselli, a pochi giorni dall’apertura del Museo della cantieristica, diventandone un momento correlato nel ricordo della vicende storiche di uno stabilimento che, salvato da quell’ipotesi di chiusura, è diventato uno dei più importanti nella costruzione di navi da crociera con commesse sino al 2022.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *